domenica 4 gennaio 2009

Giovanni


Ho mal di testa. Non capisco quasi niente dal dolore. Ora comincia a girarmi la testa.
Sento un rumore assordante e una luce forte gialla che mi acceca.
Cado a terra.
Svengo.

Mi sveglio.
Sobbalzo dalla paura.
Guardo fuori dalla finestra. C’è il faro che sprigiona la sua forte luce e una nave che fa un suono particolare, quasi un allarme, come se la nave stia per affondare, ma non intermittente.
Mi accorgo che era solo un brutto sogno (vedi l’ultimo post).
Vado in cucina a bere un bicchiere d’acqua e n’approfitto per prendere una giusta dose di sonnifero.
Mi gira la testa.
Comincio ad avere caldo (è estate).
Avvio l’aria condizionata, che emette un leggero rumore. Chiudo la finestra della mia camera (comprese saracinesche) e mi rimetto a letto.
Cado in un sonno profondo; mi lascio avvolgere dalle braccia di Morfeo.
Una goccia di sudore mi scende dalla testa.
Senza accorgermene (sono immerso tra i sogni), comincio a sospirare.
I sospiri diventano affanno.
Sembra che stia facendo un brutto sogno…
…sto camminando. Sto calpestando l’erba alta e pungente di un prato spoglio, senza fiori e senza alberi.
Era buio. La luna si vedeva appena, nascosta tra le nuvole. Quella era l’unica luce che c’era per farmi strada.
Inciampo.
Cado a terra.
Comincio a prendere paura.
Cerco di toccare l’oggetto che ha causato l’incidente, a tentoni, ormai le nuvole hanno completamente coperto la luna. E’ buio pesto.
Silenzio.
C’è troppo silenzio.
Tocco qualcosa di morbido.
E’ un animale?
Ne dubito, non ha né pelo né piume.
La luna ricomincia lentamente a farsi vedere.
Troppo lentamente.
Il cuore comincia a battermi, molto velocemente.
Continuo a toccare.
E’ piuttosto grande.
Spero che non sia quello che penso io…”
Il chiarore della luna comincia ad illuminare…
AIUTO!”
Nessuno mi può sentire, non c’è nessuno nelle vicinanze.
Pensate che sia proprio quello? Avete ragione.
Giovanni… morto!

Mi sveglio.
Mi siedo sul letto.
Penso al sogno che ho fatto.
Giovanni… Giovanni… chi sarà?
Sento un rumore.
Apro la finestra e tiro su le saracinesche.
Mi affaccio, molto lentamente.
Vedo qualcuno sdraiato per terra, accanto a casa mia.
Barboni…”
Esco di casa e vado verso il mio presunto barbone.
Scusa, non è questo il posto per dormire, prenditi una…”
Un morto?
Frugo nelle sue tasche della camicia.
Pendo il portafogli.
Lo apro.
La carta d’identità…”
… Giovanni.



Sicuramente ad ognuno di voi sarà successo di sognare qualcosa che si avvera col passare del tempo (questa scena è un po’ tragica, ed è solo un esempio). E’ successo anche a me una cosa simile, ma non uguale (ne parlo in un post di sopra). Quasi come una profezia, o magari lo possiamo definire anche “dejà vu”…
Si tratta dell’aria che vi circonda. Essa può influire sul nostri sistema nervoso, variando in qualche maniera i nostri “desideri del subconscio” (= c’è una spiegazione di questi negli ultimi post).
E’ tutto un caso complesso e particolare, ma preferisco non parlarne.

La corrente


Sono a casa.
Sono comodamente seduto (quasi disteso) sul divano e sto leggendo un bel thriller. Sono alla terz’ultima pagina.
Buio.
Silenzio per qualche minuto.
Si sentono i miei respiri affannosi.
Non posso starmene lì impalato aspettando nel buio che mi venga sonno: devo fare qualcosa”.
Cerco di mettermi in piedi. Non vedo proprio niente.
Piano piano comincio ad abituarmi al buio e riesco a vedere, anche se molto male, le stanze.
Faccio qualche passo. Vado a sbattere contro il tavolino. Non me n’ero accorto.
Giro a destra e vado dritto, con le mani davanti a me, per evitare di urtare qualche oggetto che non vedo.
Devo per forza uscire…” … il salva vita è dietro la parete esterna della casa”.
Prendo ombrello, chiavi ed esco. Fuori diluvia.mi avvio lentamente verso il retro della casa.
Ho sentito un rumore!” proviene da dentro casa; maledizione!”.
Riaccendo velocemente la luce e rientro a casa.
Squilla il telefono. Rimango in piedi a fissarlo per qualche secondo.
Rispondo.
Pronto?”
Nessuna risposta.
Pronto, chi parla?”
Bip-bip-bip-bip...
Cavolo!”
Squilla di nuovo il telefono.
Pronto? Pronto, chi parla?!”
Blackout, di nuovo!
Ma chi diavolo sei?”…
Ero molto preoccupato.
…perché non riaccendi la luce?”… ma chi era?
Mi spiava?
Riattacco.
Prendo una torcia per farmi strada.
Sento dei rumori.
Sospiri…
…affannosi.
Mi blocco.
Sento che qualcuno respira proprio dietro di me.
Una lacrima mi scende dal viso.
LE SPALLE!
Mi giro. Vedo un uomo mascherato. Si butta contro di me e cadiamo assieme, rotolando per le scale.
Cerco di liberarmi…
…affanno…
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